Donne ch'avete
Intelletto d'Amore...
Danze Meditative in Cerchio intorno ai Canti della Divina Commedia
... A colui che assume su di sè
la fragilità della condizione umana
e la sua lacerante contradditorietà,
è data una grande forza
che non è fatta di violenza e sopraffazione
ma di caldo amore e viva speranza.
Essa vince la volontà divina, il destino
e apre le porte del cielo...
dal Canto XX° del Paradiso
Dante è solo un pretesto...
se cerchi un modo per incontrare
tutte le esperienze che un uomo può fare,
se vuoi conoscere tutte le emozioni che puoi provare,
tutte le forme di paura, di dolore, di odio,
se vuoi conoscere tutte le forme di amore...
allora leggi Dante...
Ti condurrà in ogni luogo della tua mente
e del tuo cuore...
e anche Oltre...
lungo un Cammino di Stelle
verso l'Antica Sapienza e il Primo Amore...
Chemin d'Etoiles -
Damien Dubois
"Belle qui tiens ma vie..."
"Dal centro al cerchio e sì dal cerchio al centro..."
Paradiso XIV
"L'Architettura della Divina Commedia
è essenzialmente circolare,
si potrebbe dire, semplificando molto,
che tutto il cammino percorso da Dante
è una ricerca del vero centro,
ricerca che si effettua attraverso il passaggio
da un centro simbolico all'altro, tutti collocati su uno stesso asse.
Dal centro negativo dell'Inferno,
che si presenta come una cavità,
Dante passa al centro positivo del Paradiso Terrestre
e, da quel punto, sempre per gradi,
egli arriva al centro della Rosa Mistica:
Dio."
Dragonetti
- Etudes sur Dante -
Il collegamento più immediato tra la Divina Commedia e la Danza Sacra
riguarda il simbolo del Cerchio e la struttura circolare della danza,
che costituisce un vero e proprio mandala in movimento.
Dante segue il modello della Rota, del cerchio e della sfera,
per offrirci un'immagine del cosmo e di Dio,
e sceglie la circolarità come forma di conoscenza
e come schema fondativo della propria scrittura poetica.
Secondo la sua visione, l'uomo, nel corso del suo sviluppo,
segue un cammino spiraliforme
che dalle tenebre lo porta verso la Luce.
Il percorso del Poeta si snoda infatti attraverso i gironi dell'inferno,
le balze del purgatorio,
i cieli planetari,
dove finalmente gli angeli e i santi accolgono Dante danzando:
entriamo quindi in una vera e propria danza cosmica,
in un movimento circolare e concentrico
che ha il suo culmine nel cielo dell'Empireo.
Anche la tematica delle direzioni
che Dante e Virgilio seguono nel corso del loro viaggio,
sono un interessante elemento unificante:
nell'Inferno essi procedono verso sinistra,
cioè verso l'oscurità del mondo infero,
mentre nel Purgatorio avanzano verso destra,
salendo cioè verso la consapevolezza e la luce.
Anche le Danze Meditative assumono significati e valenze diverse
a seconda della direzione in cui si procede.
Danzare o camminare verso destra
ha sempre una connotazione di cammino e di apertura verso la vita,
verso gli aspetti solari dell'esistenza e della coscienza.
Procedere danzando verso sinistra
indica sempre un andare verso il passato e dentro se stessi,
verso gli aspetti lunari e sconosciuti del mondo interiore.
Nella Danza, così come nel mondo degli archetipi,
questa direzione non ha una connotazione negativa,
ma acquisisce un importante valore
legato all'incontro consapevole delle proprie parti d'ombra
per conoscerle e integrarle.
Camminare infine verso il centro,
verso il punto centrale del cerchio della danza,
ha sempre la valenza di un ricollegarsi al centro del nostro Essere
e al Divino.
"Qui siamo al di fuori delle opposizioni destra-sinistra:
questa dimensione è paragonabile al Paradiso
dove permane solo la dimensione alto-basso:
c'è solo più elevazione." - A. Mazzarella
Con il progetto
Donne ch'avete Intelletto d'Amore
- Danze intorno alla Divina Commedia-
Ho dedicato al "viaggio interiore"
una serie di danze, gestualità e preghiere danzate
che, con musiche e passi diversi,
possano rappresentare questo cammino,
a volte lento e faticoso,
a volte leggero e pieno di speranza...
Le Danze sono introdotte da riferimenti e riflessioni
sul testo dantesco al fine di ricollegare il viaggio di Dante
all'esperienza e alla sensibilità dell'uomo e della donna
del Terzo Millennio
che intraprendono un viaggio di conoscenza di se stessi
e si interrogano sul senso della loro esistenza.
Per le Danze ho utilizzato musica antica,
medioevale, classica e celtica,
ma anche musica contemporanea,
proprio per dare la sensazione di un viaggio attuale,
comprensibile,
straordinariamente ricco di insegnamenti
per l'uomo e la donna di oggi.
La Divina Commedia è piena di musica, di canti sublimi e di danze...
Molti si sono fermati alla poesia tragica e dolorosa dell'Inferno,
ma il mio scopo è quello di far conoscere
il messaggio universale di Luce
che quest'opera straodinaria racchiude in sè
attraverso la forma armoniosa e musicale della Danza ...
la Danza eterna dell'uomo
che, incontrando la sua Ombra,
può finalmente camminare
abbracciando la Luce.
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Bibliografia e libri consigliati:
ALLA RICERCA DI BEATRICE - Adriana Mazzarella - Ed. Vivarium
Un libro straordinario e unico per la sensibilità e profondità con cui interpreta, decodifica e rende attuale il viaggio umano e universale di Dante...
L'ERMETISMO DI DANTE - Bruno Cerchio - Ed. Mediterranee
BEATRICE E MONNALISA - R. Manetti - Ed. Polistampa
L'ETERNO FEMMINILE - Rudolf Steiner - Ed. Archiati Verlag
IL RITORNO DI BEATRICE - Corrado Bologna - Ed. Salerno
L'ESOTERISMO DI DANTE - René Guenon - Ed. Adelphi
SULL'ESOTERISMO CRISTIANO - René Guenon - Ed. Luni
L'ENIGMA FORTE - Edy Minguzzi - Ed. ECIG
LE SEGRETE COSE - M. Soresina - Ed. Moretti
IL METODO DANTE - R. Schaub - Ed. PIEMME
ORDINE E SCRITTURA MUSICALE NELLA DIVINA COMMEDIA -
R. Debenedictis - European Press Academic Publishing
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"Donne ch'avete Intelletto d'Amore"
Danze Sacre e Meditative
per incontrare Beatrice
e quella parte di Beatrice
che c'è in ogni donna
"Donne ch'avete intelletto d'amore..."
con queste parole Dante si rivolge a coloro che possiedono
la "Conoscenza del cuore",
cioè il cui intelletto è unito alle qualità emotive
più consce e più nobili:
la figura che meglio ne incarna il significato, è Beatrice:
"colei che imparadisa la mia mente..."
Un percorso per incontrare insieme a Beatrice,
alcuni insegnamenti straordinari della Divina Commedia
e vivere, attraverso le Danze Meditative antiche e moderne,
quegli aspetti che meglio sintetizzano
la Saggezza e l'Amore
presenti nella coscienza femminile.
"Donne, ch'avete intelletto d'amore..."
Programma
alcuni estratti dal programma delle danze
Nuove Coreografie
Danza "Tempus est iocundum" -
musica medioevale
Danza "Belle, qui tiens ma vie..." -
musica rinascimentale
Danza "DULCEDO" -
musica celtica
Danza "La Fiamma che attraversa tutti gli Amori" -
musica contemporanea
e molto altro...
La lezione del Giunco.
"...va dunque e fa che costui ricinge
d'un giunco schietto e che li lavi il viso."
Canto I Purgatorio, v. 94-95
Quando Dante arriva sulla spiaggia dell'isola del Purgatorio, Virgilio spiega a Catone la sua presenza in quel Regno ultraterreno, con la famosa frase:
" Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta..."
Per mettersi in viaggio verso questa libertà interiore, cui tutti noi aneliamo, Catone invita Virgilio e Dante a compiere, innanzi tutto, un rituale molto semplice e apparentemente ordinario: lavarsi il viso con la rugiada e cingersi con un giunco.
"... va dunque e fa che costui ricinge
d'un giunco schietto e che li lavi il viso...
Questa isoletta intorno ad imo ad imo,
là giù colà ove la batte l'onda,
porta di giunchi sovra il molle limo:
null'altra pianta che facesse fronda
o indurasse, vi puote aver vita,
però ch'a le percosse non seconda...
Venimmo poi sul lito diserto...
Qui mi cinse com'altrui piacque:
oh maraviglia! Chè qual elle scelse
l'umile pianta, cotal si rinacque
subitamente là, onde l'avelse."
Questa fase del viaggio di Dante coincide con quei momenti della nostra vita in cui, siamo posti di fronte ad esperienze impegnative e difficili e, per affrontarle meglio, abbiamo bisogno di lasciarci dietro le esperienze dolorose, i sensi di colpa, i condizionamenti del passato "...mar sì crudele..." per andar oltre, per sollevarci al di sopra del male ricevuto/fatto e riprendere il viaggio esistenziale ripartendo da una nuova alba interiore.
Qui Dante, dopo aver lavato il viso e "...le guance lacrimose...", la purificazione con la rugiada, ( che ha anche un valore e significato alchemico che per ora tralasciamo), si apre ad un nuovo stato di coscienza e di grazia.
Ma lavarsi il viso non basta, è necessario un altro rituale, cioè che egli si cinga la vita con un giunco.
Perché proprio un giunco?
Dante lo dice chiaramente nelle sue terzine: sull'isola della vita umana (il Purgatorio dantesco, poco conosciuto e bellissimo, è una perfetta metafora della nostra esistenza terrena e di tutto ciò che vi incontriamo), là dove si infrangono le onde della vita, l'unica pianta che può vi resistere e sopravvivere, proprio perché asseconda i colpi e le percosse dell'esistenza...
è il giunco.
Dante sa che ogni autentico ricercatore spirituale, a questo punto del percorso, deve possedere una qualità particolare e una forma particolare di saggezza per poter resistere e superare le prove del sentiero interiore.
Questa saggezza si esprime perfettamente
attraverso le qualità spirituali simboleggiate dal giunco:
l'umiltà,
la flessibilità,
la capacità di adattarsi, di accettare consapevolmente
e assecondare,
ma anche la resistenza, la perseveranza, la resilienza diremmo oggi:
la capacità di rimanere fedeli ai propri valori, obiettivi,
al proprio progetto interiore
anche nelle condizioni più dure, più disperate,
quando tutto sembra perduto...
Ma c'è qualcosa di più
che ci lascia intendere Dante nelle ultime righe del I° Canto:
accade infatti un evento sorprendente che suscita in lui
una esclamazione di meraviglia:
là dove l'umile pianta è stata strappata,
subito ne nasce un'altra
Questa qualità assimilabile al giunco,
l'umiltà, la flessibilità e perseveranza,
se coltivata con autenticità,
possiede in sé una dote intrinseca che trascende le leggi fisiche
e la rende insopprimibile:
non può essere estirpata ma anzi si riproduce autonomamente
in modo da rendere il ricercatore in grado di ricominciare sempre,
di riprendere il cammino, di rialzarsi sempre
anche dai crolli e dalle cadute più rovinose e devastanti...
Dante ci lascia, insieme ad un insegnamento profondo,
un grande messaggio di speranza e di fiducia.
La Danza del Giunco
Per gli appassionati di Dante....
13 dicembre - S. Lucia
La presenza di S. Lucia nella Divina Commedia
L'AQUILA DORATA
...in sogno mi parea veder sospesa
un'aguglia nel ciel con penne d'oro,
con l'ali aperte e a calare intesa...
Purg. IX, 19-21
Questo punto del percorso dantesco, rappresentato dall'incontro di Dante con Lucia, sotto le sembianze mistiche di un'Aquila dorata che lo rapisce fino alla sfera del Fuoco, ha sempre avuto per me un'intensità particolare, come qualcosa che risuona nella mia anima... come se avessi in qualche modo potuto conoscere quel volo che porta oltre le difficoltà e gli ostacoli che sembrano sbarrare in modo definitivo il cammino.
Tutti sperimentiamo, prima o poi, questa Grazia e questa Luce, che sorprendentemente ci solleva dai nostri blocchi e facilita la strada che dobbiamo percorrere.
Per questo ho creato una Danza che possa, in qualche modo, avvicinarci a questo ricordo, a questa sensazione... al termine della lettura del Canto IX del Purgatorio, e della Danza dell'Aquila Dorata, possiamo condividere se e come abbiamo avuto modo di sperimentare Lucia/Aquila dorata nella nostra vita.
L'AQUILA DORATA
Danza Meditativa in cerchio
su musica contemporanea
La Danza dell'Aquila Dorata è fatta di Aria e di Fuoco:
in essa la presenza di Lucia, della Grazia nella nostra vita,
è vissuta come apertura, volo, trasformazione.
Alla leggerezza del volo planato,
alterniamo il fuoco igneo della trasformazione.
Disposti in cerchio su una linea comune,
danziamo il nostro volo individualmente,
come a significare che l'esperienza della Grazia,
ci coglie in modi e momenti diversi,
nel sentiero verso Dio.
Nel linguaggio contemporaneo possiamo dire che Lucia rappresenta l'improvviso irrompere della Luce ,
la possibilità di una dirompente esperienza
di allargamento della coscienza.
Sono molteplici i significati simbolici di questo incontro , in particolare desidero sottolineare uno che proviene dall'ambito dell'ermetismo dantesco
"Far volare l'aquila"
nel linguaggio ermetico significa
far brillare la Luce
togliendola dal suo rivestimento
e portandola alla superficie.
B. Cerchio - L'ermetismo di Dante
...e questo è l'augurio che desidero condivere con tutti !!!....
Purgatorio -
Canto IX
E' l'alba nel Purgatorio e nell'anima di Dante.
Dante per parlarci di un sogno che lo ha turbato, fa ricorso ad una complessa metafora che apparentemente sembra non avere attinenza con l'esperienza che sta per narrare.
E' un'alba particolare: assomiglia ad una donna che, lasciate le braccia del suo tenero amante, affacciandosi al balcone, è illuminata dai primi raggi del sole, come Aurora, sposa di Titone.
Sulla sua fronte appare un delicato diadema di gemme,disposte in modo da formare la costellazione dello Scorpione.
La notte, con i suoi passi leggeri, sta ormai terminando il suo percorso.
La concubina di Titone antico
già s'imbiancava al balco d'oriente,
fuor de le braccia del suo dolce amico;
di gemme la sua fronte era lucente,
poste in figura del freddo animale
che con la coda percuote la gente...
Parlandoci di alba e di costellazione dello scorpione, Dante richiama la nostra attenzione su simboli estremamente significativi per descrivere la sua condizione interiore. Egli usa la cosmografia e l'astrologia, la posizione del sole e la presenza di stelle e costellazioni, per darci delle precise informazioni sul viaggio della sua anima.
E' un'alba "scorpionica" potremmo dire: si tratta di un'ora della notte in cui avvengono sogni e visioni che contengono importanti messaggi dei mondi dello spirito, ed è proprio questo il segno zodiacale che può coglierli, grazie alla sua capacità di penetrare le profondità del sogno e del mistero.
Era opinione comune al tempo di Dante che i sogni fatti nelle prime ore dell'alba avessero un carattere profetico, perchè la mente è più distaccata dal peso della carne e meno occupata dai pensieri e preoccupazioni della vita attiva
Ne l'ora che... la mente nostra, peregrina
più da la carne e men dà pensier presa,
a le sue vision quasi è divina
in sogno mi parea veder sospesa
un'aguglia nel ciel con penne d'oro,
con l'ali aperte e a calare intesa;
...poi mi parea che, rotata un poco,
terribil come folgor discendesse,
e me rapisse suso infino al foco.
Ivi parea che ella e io ardesse;
e sì lo 'ncendio imaginato cosse,
che convenne che il sonno si rompesse...
...mi scoss'io, sì come da la faccia
mi fuggì 'l sonno, e diventa' ismorto
come fa l'uom che, spaventato, agghiaccia.
Nel sogno a Dante appare un'aquila dorata, che plana su di lui, e lo rapisce con la velocità di una folgore, trasportandolo fino alla sfera del fuoco, dove il poeta si trova avvolto in un calore ardentissimo, come un incendio.
Tanto è forte l'impressione, che Dante si risveglia agghiacciato dallo spavento.
E' interessante notare come accada di provare una sorta di terrore dopo aver fatto esperienze di elevazione e di contatto con livelli superiori dell'anima, percepiti con sgomento dal piano fisico.
Sarà Virgilio a spiegare a Dante cosa è avvenuto in realtà:
S. Lucia, di cui Dante è particolarmente devoto e che nel suo sistema simbolico rappresenta la Grazia illuminante, in modo del tutto imprevedibile e inaspettato, è venuta a prelevarlo durante il sonno e lo ha trasportatoin un luogo più alto, a cui non avrebbe potuto accedere con le sue sole forze, per agevolare il suo cammino.
Dante però ha percepito l'intervento di Lucia come il volo di un'aquila dorata che ha operato in lui una sorta di purificazione e trasformazione attraverso il fuoco.
... "Non aver tema" disse il mio segnore;
"fatti sicur, chè noi semo a buon punto;
non stringer, ma rallarga ogne vigore.
...Dianzi, ne l'alba che precede al giorno,
quando l'anima tua dentro dormia,
sovra li fiori ond'è là giù addorno
venne una donna e disse "I' son Lucia;
lasciatemi pigliar costui che dorme;
sì l'agevolerò per la sua via".
...
Ella ti tolse, e come 'l dì fu chiaro,
sen venne suso; ed io per le sue orme.
Qui ti posò, ma pria mi dimostraro
li occhi suoi belli quella intrata aperta;
poi ella e 'l sonno ad una se n'andaro"...
L'intervento di Lucia consente a Dante un passaggio di coscienza che gli permette di arrivare ad una nuova fase del suo pellegrinaggio.
Qui Dante accede ad un luogo in cui, attraverso una spaccatura nella roccia, incontrerà un Angelo che gli darà una particolare iniziazione e una nuova consapevolezza del viaggio e del destino della sua anima.
4 incontri
Danza Sacra in cerchio
per Danzare la Divina Commedia
4 aprile
9 maggio
23 maggio
6 giugno